martedì 4 giugno 2013

La tecnica è umana e sociale: Raymond Williams

Raymond Williams, Televisione, tecnologia e forma culturale

Sembra ormai quasi banale dire che la televisione fa parte di ‘un intero modo di vita’,
di accogliere e concepire il mondo, in particolare in Occidente. Nonostante l’ovvietà di
questa affermazione il profondo senso storico e filosofico della televisione resta ancora
da scoprire.  In quest’ottica il volume del critico britannico Raymond
Williams  offre una risposta indicativa. Per Williams la televisione non è mai una
questione meramente tecnica, non si tratta di uno strumento ma, come dice l’autore, di
una forma culturale. Se vogliamo parlare di tecnica, dobbiamo evitare di renderla
astratta e distaccata dalle sue condizioni storiche e sociali. In parole povere, e qui ci si
trova vicino ad alcune considerazioni di Heidegger, non si tratta mai di un rapporto tra
la tecnica e il sociale; la tecnica è già umana e sociale. Nella stessa vena diventa
fuorviante parlare di un rapporto tra la televisione e la società; non esiste una storia
autonoma dell’una o dell’altra: si tratta di una configurazione storica in atto. Come tale,
la televisione si propone come risposta allo sviluppo di nuove esigenze sociali, politiche
ed economiche. Con questa prospettiva, Williams ci spinge a considerare la televisione
in termini che ci portano ben oltre la storia specifica dei media e della comunicazione di
massa. L’autore insiste che la forma culturale sostenuta dalla televisione rende
impossibile ridurre la questione alla dimensione squisitamente tecnologica di un mezzo
autonomo. Nelle domande e nelle sfide che orbitano attorno alla televisione come
pratica culturale Williams vede giustamente la riconfigurazione radicale della società
occidentale del ventesimo secolo.

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